Mastoplastica riduttiva

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L'ipertrofia mammaria o ipermastia, è una condizione di ipersviluppo della mammella associata in genere ad alterazioni patologiche della ghiandola e dello stroma. Il volume della mammella può variare da un modesto aumento sino a raggiungere dimensioni veramente notevoli (gigantomastia); la gravità della sintomatologia varia di conseguenza.

Nei casi di obesità l'ipersviluppo mammario è conseguente all'aumento della sola componente adiposa ed è proporzionale alle dimensioni globali del soggetto, l'ipermastia vera, invece, è caratterizzata da un aumento di dimensioni della mammella, sproporzionato rispetto alle dimensioni del torace. Clinicamente oltre all'aumento delle dimensioni della mammella è presente, in base al grado e alla natura dell'iperplasia ghiandolare e stromale, una sintomatologia variabile che comprende: ptosi mammaria, mastodinia, turbe posturali e respiratorie, macerazione ed infezione del solco sottomammario. Il trattamento, prettamente chirurgico, è definito mastoplastica riduttiva ed è basato sulla riduzione di tutte le componenti dell'eminenza mammaria: cute, tessuto adiposo, ghiandola, stroma, che si associa all'innalzamento delle porzioni residue (mastoplastica riduttiva con mastopessi).

Le tecniche chirurgiche descritte sono innumerevoli con differenti indicazioni in base al grado di ipertrofia e di ptosi associata. In generale, tutte prevedono l'escissione di porzioni più o meno ampie di cute, di tessuto ghiandolare e di adipe mentre l'areola e il capezzolo vengono spostati verso l'alto rispettando le connessioni vascolari con le porzioni ghiandolari residue sfruttando l'apporto ematico dal plesso dermico della cute circostante. Da un punto di vista funzionale, bisogna tener presente che alcune delle tecniche di mastoplastica riduttiva comportano l'interruzione dei dotti galattofori e quindi l'impossibilità a successivi allattamenti. L'intervento di mastoplastica riduttiva può essere eseguito in anestesia generale o in anestesia locale con sedazione profonda.
Si deve evitare di eseguire l'intervento in corrispondenza del ciclo mestruale.

Si raccomanda alla paziente di:

  • non assumere aspirina o farmaci che la contengono per almeno una settimana prima dell'intervento e due settimane dopo;
  • eliminare il fumo almeno due settimane prima e fino a due settimane dopo l'intervento.

Nelle ipertrofie estreme, dove la perdita di sangue è piuttosto rilevante, può essere utile predisporre un'autotrasfusione allo scopo di ridurre l'anemia postoperatoria. Il tempo operatorio richiesto può variare tra le 2 e le 4 ore.

Le incisioni della mastoplastica riduttiva in genere sono tre: la prima che circonda l'areola, la seconda cade esattamente nel solco al di sotto della mammella, la terza congiunge verticalmente le prime due. Se è possibile, si tende ad eliminare la cicatrice nel solco sottomammario. Al termine dell'intervento vengono posizionati due drenaggi che, aspirando le eventuali raccolte di sangue all'interno della mammella, hanno lo scopo di prevenire la formazione di ematomi ed infezioni; essi vengono in genere mantenuti 24-48 ore, o comunque sino a quando drenano. Subito dopo l'intervento viene applicato un reggiseno del tipo utilizzato per attività sportive che dovrà essere indossato giorno e notte per 6 settimane.

La profilassi antibiotica iniziata il giorno dell'intervento sarà continuata durante la prima settimana postoperatoria. Sebbene il dolore non sia quasi mai intenso, una terapia antidolorifica verrà prevista e dosata per garantire un decorso confortevole. È sempre presente dopo l'intervento di mastoplastica riduttiva un certo grado di gonfiore che si riduce gradualmente fino a scomparire completamente dopo 7-10 giorni. Un modico grado di edema potrebbe persistere per qualche settimana o qualche mese. Possibili complicanze sono: ematomi, sieromi, infezioni, difetti di cicatrizzazioni, perdita di sensibilità a livello del capezzolo (in genere temporanea), asimmetrie.